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Novità: alimentazione attraverso i fili… per proteggerli

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Oramai da diversi anni, a C.A.S.A. Ornitalia utilizziamo questa tecnica per svezzare la maggior parte dei giovani.

Normalmente, quando i pulli lasciano il nido, non sono in grado di alimentarsi da soli, però sono molto attivi nel muoversi dentro la voliera ed il più delle volte creano nei genitori momenti di apprensione e di disturbo in quanto tendono a seguire gli stessi per chiedere “l’imbeccata”.

Premesso che il periodo necessario ai giovani per essere completamente indipendenti varia dai 7/8 fino ai 12/14 giorni dopo l’uscita dal nido, a seconda della specie, sia che si tratti di granivori che di insettivori, nel caso dell’allevamento in voliera, il giorno dopo che tutti i piccoli hanno lasciato il nido, si proceda in questo modo:

Poniamo i piccoli dentro una gabbia speciale, che noi chiamiamo di “transizione”, e la lasciamo dentro la voliera, mantenendola sollevata da terra, in modo che le deiezioni non si fermino sul fondo. Poniamo dentro la gabbia un beverino ed una mangiatoia, in modo che comunque i giovani, dopo qualche giorno, cominciano ad avere confidenza con il cibo e con l’acqua.

Questa operazione farà sì che i genitori alimentino i piccoli attraverso i fili della gabbia,studiata e costruita appunto per rendere agevole e facile l’operazione “d’imbecco”.

La gabbia è di forma allungata e stretta ed è dotata longitudinalmente sia all’esterno che all’interno di due posatoi paralleli, distanziati dalla parete della gabbia di circa 3 cm.

Questa conformazione permette ai piccoli di essere sempre posizionati in grado di ricevere il cibo dal genitore attraverso i fili e, nello stesso tempo, mamma e papà non vengono “ stressati “  dal continuo inseguimento dei piccoli che chiedono il cibo.

Tutto questo procede senza intoppi, mentre, di giorno in giorno, si nota che i giovani iniziano a consumare il cibo dentro la gabbia fino ad essere completamente autosufficienti ed indipendenti dai genitori.

Quali i vantaggi di questo sistema?

1 ) Genitori che NON subiscono stress, causa la continua richiesta di cibo dei piccoli che li rincorrono nella voliera. La maggior parte delle volte questo può portare ad avere la covata successiva, con uova non fecondate;

2) giovani che iniziano a conoscere spazi di movimento e volo più piccoli e quindi perdono la loro naturale caratteristica di essere forastico.

3) facile controllo dello stato di salute dei giovani in un momento assai critico per il passaggio del cibo dallo stato pre-digerito allo stato normale. Facile il controllo delle feci in una gabbia di dimensioni ridotte, rispetto ad un prelievo delle feci da doversi fare in una voliera.

 

Per informazioni più dettagliate, dimensioni, foto e/o disegni della gabbia di transizione potete rivolgerVi a Ornitalia Product Service.

@Paolo Gregorutti

Nell’immagine le nuove Perle Morbide Fruits, un’esclusiva di Ornitalia Product Service per granivori e insettivori, sostituiscono bacche e frutta

Le insidie della muta per soggetti destinati a competere. Consigli per allevatori

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Esistono, in condizioni normali, 2 tipi di muta :
la piccola muta, ovvero quella giovanile, che inizia quando i soggetti hanno circa 40 giorni di età
e la muta grande o totale, che è quella che interessa i soggetti adulti di almeno un anno.
Per gli allevatori che vogliono partecipare alle mostre, in modo particolare con i canarini, tenuto conto che questi possono essere esposti solamente il primo anno, è di primaria importanza la muta giovanile, che deve svolgersi nei tempi e nei modi canonici.

Generalmente questa muta inizia quando i giovani hanno circa 40 gg di vita e si protrae per circa 5-6 settimane in tutto.
Affinché tutto proceda bene è necessario che i soggetti si presentino a questo importante appuntamento senza aver ricevuto danni al piumaggio durante lo svezzamento.
Spesso gli allevatori lamentano il fatto di subire episodi di “spiumaggio” anche violento da parte della madre , quando i piccoli sono in procinto di lasciare i nidi.
Si parla troppo facilmente di “pica” , ma questo fenomeno per il momento non c’entra. L a femmina , tra un nido e l’altro, “tira” le piume o le penne dei pulli quando questi non hanno ancora compiuto l’involo, per fare in modo che questi lascino il nido libero per la prossima deposizione.

Una volta compreso ciò, l’allevatore accorto come può rimediare?
Seguite questo nostro consiglio:
– Spostare il nido 3-4-gg prima che i piccoli escano e porlo all’interno della gabbia, in un punto più basso di quello precedente, distanziandolo di circa 10-15 cm almeno da dove era posizionato prima. Appena spostato il nido con i giovani, ripulite il punto che occupava il precedente nido, si deve porre un nuovo nido di uguale tipologia , in modo che la femmina si prepari alla seconda deposizione, nello stesso punto precedentemente occupato.
Ovviamente, in contemporanea all’immissione del nido nuovo, bisogna mettere a disposizione il materiale per il nido idoneo alla specie.

Facendo così, si evita che la femmina “spiumi” i piccoli e che rovini, in maniera non recuperabile, soprattutto le penne.
Il “trucchetto” di spostamento del nido è necessario soprattutto con i canarini ad ala bianca per le note necessità espositive.
Le prime attenzioni per la muta partono quindi da molto lontano ed iniziano già da quando i pulli hanno poco più di una decina di giorni.
Per quanto riguarda la necessità di una muta veloce e continua, raccomando l’uso di importanti supporti come integratori, quali : Murium Muta e Murol da fornirsi giornalmente.
Il primo , in polvere , mentre il secondo è liquido ed entrambi vanno aggiunti nel pastoncino , nelle dosi indicate. Inoltre, due giorni alla settimana, aggiungere Virgo Carnitina, ideale per rendere più veloce il metabolismo dei soggetti e potenziarne la muscolatura con la stimolazione dell’appetito.
Durante la muta inoltre, si tenga conto anche di alcuni altri accorgimenti, allo scopo di ridurre il rischio del fenomeno della “pica”.
In particolare:
– Evitare l’eccessivo affollamento delle voliere dove i giovani vengono posti a mutare;
– Mettere giornalmente, soprattutto durante le giornate più calde, il bagno con l’aggiunta dei Sali da bagno;
– Nell’acqua da bere aggiungere Kalkamin Antipic efficace per combattere il fenomeno della “pica”;
– Utilizzare , se è il caso, dei posatoi molto corti, in modo che un solo soggetto possa abitarne una singola porzione oppure , se i posatoi sono più lunghi, si consiglia l’uso di separatori;
Ovviamente questi consigli non risolvono il 100% dei problemi, ma riducono fortemente il rischio di avere dei soggetti non adatti alle esposizioni.
A proposito di queste, seguiteci sui nostri canali social e a giorni troverete dei consigli per l’adattamento ed il giusto portamento degli uccelli destinate alle mostre!

Paolo Gregorutti – Ornitalia Product Service

I consigli di Paolo sull’alimentazione dei Pulli

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Il periodo dell’allevamento dei pulli, come pure quello di preparazione dei migliori soggetti alle mostre, rappresenta per ognuno di noi motivo di grande apprensione e di forti emozioni.
La maggior parte degli allevatori, quando sopraggiunge il momento della gestione delle nidiate, modifica completamente l’alimentazione somministrando dei pastoncini molto ricchi di proteine. Questa scelta fatta in maniera indiscriminata può essere molto dannosa e deleteria ai fini riproduttivi ed ora cerco di chiarire meglio e motivare questa mia convinzione: come già spiegato sui grafici della somministrazione delle vitamine, durante il periodo che precede la riproduzione dei soggetti , non si deve incrementare la percentuale di proteine e di grassi, ma è necessario supportare questo momento con un “supplemento” di vitamine (soprattutto E ed AD3E) . Questo fintanto che ci rendiamo conto che i soggetti , in particolare i maschi, sono in grado di fecondare le uova. Un eccesso di grassi e proteine, in particolare per specie allevate in gabbia, può vanificare ogni nostro sforzo.
Faccio tali premesse per suggerire agli allevatori interventi mirati, ovvero : fornire un’alimentazione con un’incrementata quantità di proteine solo laddove ci sono i pulli da far crescere e mantenere un livello proteico più basso, massimo 16%, con un integrazione vitaminica nel caso la coppia non abbia ancora deposto.
Anche tra una cova e l’altra, dopo che i pulli sono stati svezzati e che hanno goduto di uno sviluppo o accrescimento omogeno fino all’involo, è utile controllare la quantità di adipe dei maschi, soffiando sul ventre, per poter controllare l’eventuale eccessivo ingrassamento in genere dato dalle proteine in eccesso durante l’imbecco i piccoli. Nel caso che questo accada, si deve togliere il maschio e metterlo in una volieretta a parte, magari con altri maschi, in modo tale che faccia più movimento e perda grasso.
Troppe volte infatti ci giungono quesiti, in cui si chiedono chiarimenti su come mai la prima covata era buona e la seconda invece no, (uova chiare).
Si faccia anche molta attenzione quando si tolgono i giovani dai genitori: non metterli subito con gli altri giovani, magari più maturi, perché c’è il rischio che vengano in qualche modo “prevaricati” e quindi inibiti a mangiare dagli altri più “scaltri”. Questo eventuale stress potrebbe portare alla coccidiosi.
L’eventuale colorazione deve cominciare entro i 35 giorni di vita (non oltre), altrimenti inizia la prima muta e la colorazione non sarebbe più uniforme soprattutto nella zona delle spalline.
Per chi dovesse far uso di balie sia per allevare canarini che carduelidi, tenga presente che le stesse balie vanno alimentate ovviamente con il cibo previsto per la razza di appartenenza dei pulli.

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